Una reputazione riconquistata
Un’altra vittima innocente della camorra.
Lui Antonio Landieri appena venticinquenne, quando fu colpito da una scarica di proiettili alla schiena.
Non riuscì a scappare alla morte, le gambe non lo aiutarono, i riflessi non bastarono; perché dalla nascita Antonio aveva una disabilità motoria.
Fu ucciso perché scambiato per uno spacciatore della zona e come tale è stato trattato anche dopo la sua morte, perché la verità é difficile da scoprire, perché talvolta basta un piercing in più e qualche strappo a dei jeans.
In un Paese in cui ai funerali dei boss volano elicotteri e girano carrozze con i cavalli, in cui le statue si inchinano in processione, ad Antonio vennero negati i funerali pubblici, perché indegno, perché uno spacciatore è un assassino.
Oggi, dopo tredici anni, gli assassini di Antonio hanno finalmente dei nomi, dei volti .
Sono cinque persone appartenenti alla fazione degli Scissionisti.
Oggi, a Scampia, c’è un murales dedicato ad Antonio che narra :
“Se nessuno ti sente, urla. E se noi continueremo ad urlare tu vivrai per sempre”.
Antonio ha riconquistato la sua reputazione, la giustizia ha trionfato ma é giusto negare i funerali ad una vittima della camorra, per puro pregiudizio?