ADOLESCENTI E FAMIGLIA
Recenti fatti di cronaca ci pongono continuamente di fronte a riflessioni complesse che riguardano gli adolescenti e il loro modo di relazionarsi con amici e famiglia.
Durante l’adolescenza i ragazzi vivono le emozioni con forte intensità, hanno atteggiamenti oppositivi e di ribellione alle norme degli adulti e soprattutto dei genitori. Stanno costruendo la propria identità. Si sentono parte di un gruppo, di una squadra, che è quella dei loro coetanei e la squadra rivale è rappresentata dagli adulti e dai genitori: la regola implicita il più delle volte è che non si parla e non si tratta con la squadra rivale. Il genitore con le sue regole è il nemico.
In tutto questo si inserisce la difficoltà di comunicazione che spesso sfocia nel muro del silenzio: risposte stringate, nessuna voglia di condividere le proprie emozioni e il proprio vissuto con i genitori. e da qui possono innescarsi meccanismo complessi che allontanano, appesantiscono i rapporti, talvolta li lacerano.
Quale atteggiamento devono adottare i genitori?Prima di tutto non si devono far spaventare da questo atteggiamento di chiusura che è assolutamente normale in questa fase del ciclo di vita. I genitori devono ricordarsi di quando anche loro erano adolescenti e hanno affrontato con ribellione questo periodo.
Devono cercare di capire come sta il ragazzo in quel momento e spiegare regole e divieti. Sì e no non bastano, non sono risposte sufficienti, bisogna sempre mediare, spiegare e scendere a compromessi. Spesso l’adolescente decide di non parlare perché crede che dall’altra parte i genitori non sono capaci di ascoltare e danno contro a qualsiasi richiesta. Per il ragazzo è già difficile chiedere o aprirsi, se quando lo fa gli viene negata qualsiasi richiesta, smetterà di chiedere e di comunicare. Questo non significa che si deve dire sempre di sì ed essere troppo permissivi o accomodanti, ma la rigidità porta alla chiusura dell’altro. Il genitore non deve mettersi al livello del figlio, o lasciarsi sopraffare dalle emozioni, ma deve lasciare stemperare la rabbia, capire che è una fase della vita necessaria, non smettere mai di cercare il confronto, il dialogo. non nell’immediato ma solo su lunghi percorsi tali accorgimenti e comportamenti possono generare “frutti” positivi e proteggere la relazione genitori-figli.