BABY GANG: IL TERRORE DI NAPOLI
Sabato, alle 23.30, il Lungomare di Napoli è un fiume di ragazzi. È un giorno esattamente come gli altri. Poi il caos. Le urla delle donne e frasi inequivocabili: «Uccideteli», gridano. Sono loro ad accendere gli animi di un gruppo di trenta ragazzi che non aspetta altro e inizia ad inseguire, tra folla, tre giovani colpevoli di aver rivolto un sorriso ad una giovane. Ed è stato così sabato sera alle 23.45 in trenta si sono scagliati contro tre ragazzini, solo perché hanno osato sorridere a una loro amica. E picchiano anche davanti alle forze dell’ordine, senza paura di essere presi.
La caccia alle vittime:
Le vittime questa volta sono tre amici di San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli. Si incrociano con un altro gruppo, molto numeroso. Cinque ragazze e tutti ragazzi tra i dieci e quindici anni, almeno così sembra.Si guardano e scatta l’azione. I tre capiscono subito che si mette male e fuggono verso una camionetta dell’Esercito con due militari di «strade sicure» armati di fucile. Chiedono aiuto ma il «branco» ha deciso:Quei tre devono essere picchiati.
E così il gruppo avanza compatto e si fa sempre più numeroso. Accerchia la camionetta dove si sono rifugiati le tre vittime. Mentre due di loro,cercano di affrontare i militari che si frappongono gli altri colpiscono i ragazzi con pugni al volto.