QUANDO L’APOCALISSE NON ARRIVA

Ciclicamente, tra un selfie e un foto di un gatto, qualche nostro contatto condivide la notizia che la fine del mondo è vicina, qualche gruppo religioso o sedicente scienziato individua una data, attraverso fantasiose letture delle Sacre Scritture in cui dovrebbe verificarsi l’Apocalisse e ne danno comunicazione all’intera umanitàe attraverso i social le notizie diventano subito virali. A memoria è saranno già quattro o cinque apocalisse a cui sono scampato ma qualcuno arriva anche a crederci.
Quando arriva il fatidico giorno ma poi non succede nulla, chi ci ha creduto veramente, facendo scorta di cibo oppure pregando 23 ore su 24 come giustificherà a se stesso il fatto che non è capitato nulla?
Semplice hanno mentito a loro stessi, o meglio hanno fatto ricorso a un costrutto definito dissonanza cognitiva.
Nel 1954 a Minneapolis ,una piccola comunità apocalittica di ufologi che si definivano “i Cercatori”, ritenevano di avere ricevuto, attraverso la scrittura automatica della profetessa Marian Keech, dei messaggi da “i Guardiani” del pianeta Clarion, i quali fecero sapere che avrebbero scatenato la fine del mondo, al solstizio del 21 dicembre 1954, per punire l’umanità dei suoi peccati.
Alcuni ricercatori si radunarono in un parcheggio, dove i Guardiani avvano annunciato che sarebbero venuti a prendere solo loro, veri credenti, per salvarli, trasportandoli sul lontano pianeta.
Finito il 21 dicembre, visto che non era successo nulla, i Cercatori si trovavanono in stato di dissonanza cognitiva, per cui avrebbero dovuto abbandonare il loro credo (dimostratosi falso)
Invece ne uscirono più convinti di prima, avendo constatato che era stata proprio la testimonianza della loro incrollabile fede a convincere i Guardiani a salvarli, e con loro l’umanità tutta, non scatenando più la fine del mondo.
Quando ci troviamo in una situazione in cui due nostre idee sono incongruenti tra loro: per motivi di logica interna, oppure di contrasto con norme culturali o con nostre precedenti esperienze; ci troviamo in una condizione di dissonanza cognitiva.
La dissonanza cognitiva è un costrutto sviluppato dallo statunitense Leon Festinger (1919-1989).
In simili casi: le persone provano disagio in quanto devono ristabilire una coerenza tra il loro atteggiamento interiore e il loro comportamento.
Per cui trovano il modo di farsene una ragione, riequilibrando la dissonanza, con il raccontarsi una nuova e più consonante versione dei fatti.
Voi vi siete mai trovati in situazioni in cui avete fatto ricorso alla dissonanza cognitiva?
(se siete fumatori, quando vi dicono che fa male, sicuramente)