Novembre 21, 2024

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Sembra una barca tra le onde, non così lontana dalla terraferma per poter essere alla deriva, non così vicina per lasciarsi spiaggiare sulla riva. A Nisida c’è un carcere, che è una galera anche se oggi si chiama istituto penale, con la consuetudine moderna di cambiare nome ai problemi. E in quel carcere, ci sono tante piccole isole; i ragazzi e le ragazze là dentro, ma non tutti hanno un mare attorno che li tenga a galla. In tanti vanno a fondo, in troppi; in tanti di più resteranno a mollo per tutta la vita, tra tempeste e bonacce, senza un orizzonte che ti lasci intravvedere un futuro. Ma a volte qualcuno si aggrappa a uno scoglio o al braccio teso di un tutore e prova a camminare sulla riva. A volte succede che ti affacci dal Virgiliano e pensi che un po’ isola lo siamo tutti, che la bellezza che i tuoi occhi ora stanno fissando nasconde il tormento di vite che vorrebbero attraversare il ponte, per vivere davvero. A volte succede che Napoli con la sua inspiegabile meraviglia, in una giornata di pioggia, ti faccia un po’ il reso conto dei pensieri e dei tuoi sogni. Chi non ha mai incontrato un’isola nella sua vita? Chi non ha provato almeno una volta ad essere ponte di chi amava? Napoli non è mai troppo scura da non poter essere ammirata.

Portate chi amate in questo punto preciso, che il buon Bennato descrive intensamente, e condivideteci i pensieri, i sogni . Condivideteci la bellezza. Siate ponte per le isole che la vita vi fa incontrare, siate speranza ed orizzonte.

 

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