O’ colpo o’ core
Domenica 27 giugno,come tutti sappiamo, si è svolta la tradizionale ballata dei Gigli di Nola in onore di San Paolino. In realtà la Festa non si e’ conclusa con lo schieramento in piazza delle otto macchine da festa, bensì si e’ prolungata con altre serate all’insegna di balli, canti e sfilate di moda. L’ultimo giorno di “Festa”(definizione in parte inadeguata)è sempre quello più triste, quello dove ogni nolano ha la percezione che le luci si siano effettivamente spente.
L’ altro ieri, lunedì 3 luglio, c’e’ stato l’abbattimento dei gigli. Questa pratica, che provoca ciò che i nolani definiscono ‘O colpo o’ core‘, consiste nello scaraventare letteralmente gli obelischi sul pietroso tappeto di Piazza Duomo per poi essere successivamente smontati e portati via. Viene eseguita dai responsabili delle botteghe d’arte del rispettivo giglio. Una sorta di condanna a morte, una fucilazione, dove nessuno spara addosso ai condannati, al contrario gli obelischi vengono accompagnati in questa esecuzione dove non servirà il colpo di grazia. Cosa resterà di questo sperpero dove solo pochi curiosi hanno il coraggio di assistere??? Di sicuro una cartolina della Festa trascorsa e la consapevolezza di dover attendere un altro anno per riveder ballare i giganti. Ma tutto questo poi, lascia spazio ad un sorriso che si disegna sul viso di tutti, perché come si e’ sempre detto:”A festa a Nola nasce quann’ more”. Chi non si lascia al dispiacere infatti, ancor prima di raggiungere le spiagge, cerca di affacciarsi al nuovo anno ricercando già da ora anticipazioni riguardanti la Festa che arriverà, e ci piace pensare che sia iniziata già.
Vogliamo concludere con un estratto de ‘Patrimonio dell’umanità, alzata della Barca 2011.
Je nun saccio
mo addo’ po’ arriva’
si sta fede
se po’ ammesura’
ma San Pauli’
je to giuro
aggj visto o’ nulano
chiagneve
dint’ o’ core suoie
l’uocchie gonfi
e na malincunia
quann’ ‘e luce da festa
nun brillane chiu’
quanne po’
o’ colpo o’ core
s’e’ porta luntano
‘e figlie ‘e chesta terra
Nola no!
nun tremma…
Sabatino Ruggiero