L’Unione europea bacchetta l’Italia: giustizia lenta, poco digitale, troppi avvocati e pochi giudici
Vi sono Paesi in cui il sistema giustizia funziona, ed, altri in cui invece proprio non va, e, l’Italia si colloca, purtroppo, proprio tra questi ultimi.
Giustizia lenta, poca digitalizzazione, troppi avvocati e troppi pochi giudici, col risultato che le cause una volta aperte, restano aperte.
Questi i contenuti del quadro di valutazione della Unione Europea della giustizia diffuso oggi.
I procedimenti amministrativi richiedono dai 3 mesi ai tre anni, e la chiusura in primo caso di procedimenti per i reati connessi al riciclaggio di denaro richiede da meno di sei mesi a quasi tre anni. In entrambi i casi il sistema italiano si colloca ai primi posti tra i Paesi che impiegano più tempo per la valutazione del caso.
Molti gli avvocati. Pochi i giudici, quanti sono chiamati a prendere delle decisioni. Si interpreta tanto, e si conclude poco.
Il dato non sorprende se si considera che in Italia ci sono 391 avvocati ogni 100mila abitanti (il doppio della Germania e quattro volte la Francia) ed appena 11 giudici ogni 100mila abitanti.
Questa la cornice attuale della giustizia italiana, al 19esimo posto per numero di giorni necessari per chiudere le cause civili, commerciali, amministrative in primo grado: 400 giorni circa.
Un anno.
Peggio fanno solo Malta, Portogallo e Cipro in Europa.
E per le decisioni in caso di contenzioso, servono più di 500 giorni, quando in Germania ne occorrono 200 circa (un anno e mezzo contro sette mesi).
I procedimenti si aprono e poi restano aperti: il numero di contenziosi pendenti resta elevato (4 per ogni centomila abitanti, il più elevato).
Il commissario per la Giustizia, ha fatto attenzione a non fare nomi, limitandosi a richiami generali.
Ma appare chiaro, dati alla mano, che l’Italia è chiamata in causa. “Permangono delle sfide, specie in quei Paesi con il maggior numero di cause aperte”. La Commissione intende “aiutare gli Stati membri a migliorarsi”, e non c’è dubbio che l’Italia abbia molti margini di miglioramenti e molto su cui dover lavorare.
L’Italia resta nel gruppo di quei 14 Paesi dove miglioramenti si rendono necessari.
Non è la prima volta che Bruxelles chiede, all’Italia ma non solo, riforme della giustizia e Jourova ha ricordato il perché.
” Un sistema di giustizia ben funzionale è di cruciale importanza per i cittadini e per la costruzione di un ambiente positivo per investimenti e imprese”.
Una buona giustizia significa crescita economica e ricchezza. In tal senso è importante anche la digitalizzazione. “In Slovenia sono stati risparmiati 40 milioni di euro grazie alle nuove tecnologie”. L’Italia è indietro anche sotto questo profilo.
Nel nostro paese infatti l’uso del computer per presentare reclami o trasmettere convocazioni non è una pratica.
Il Paese è 16esimo in questa classifica, che misura l’indice di «disponibilità» dei mezzi elettronica.