Perché festeggiamo il 1° Maggio
«Il primo maggio è come parola magica che corre di bocca in bocca, che rallegra gli animi di tutti i lavoratori del mondo, è parola d’ordine che si scambia fra quanti si interessano al proprio miglioramento».
Come ogni anno, il primo maggio ricorre la festa del lavoro, o, anche, festa dei lavoratori; non solo in Italia, dove per tradizione il sindacato della CGIL organizza il concerto in piazza San Giovanni a Roma, ma anche in tutto il resto del mondo.
Perché proprio il 1° maggio?
La scelta di tale data è legata ai gravi incidenti accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago, noti come rivolta di “Haymarket”, repressa nel sangue.
A metà Ottocento, i lavoratori non godevano di alcun diritto; lavoravano anche 16 ore al giorno, in pessime condizioni, e, spesso, morivano sul luogo di lavoro.
Il 1° maggio 1886 fu indetto uno sciopero generale in tutti gli Stati Uniti per ridurre la giornata lavorativa a 8 ore. La protesta durò 3 giorni e culminò appunto, il 4 maggio, col massacro di “Haymarket”, una vera e propria battaglia in cui morirono 11 persone.
Nel resto del mondo…
L’iniziativa divenne subito il simbolo delle rivendicazioni degli operai che in quegli anni lottavano per avere diritti e condizioni di lavoro migliori. Così, nonostante la risposta repressiva di molti governi, il 1^ maggio del 1890 registrò un’altissima adesione. Oggi tale data è festa nazionale in molti Paesi, ad eccezione degli Stati Uniti, dove il “Labor day” ricorre ai principi di settembre.
In Europa la festività del primo maggio fu ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata in Italia due anni dopo.
In Italia
In Italia la festa dei lavoratori si tiene il primo maggio sin dal 1891. Nel 1923, sotto il fascismo venne abolita, e la festa dei lavoratori confluì nel cd. “Natale di Roma” (21 aprile), che nel mito è la data di fondazione della Capitale, nel 753 a. C.
Solo successivamente, nel 1947, fu ripristinata, e, da allora, la festa del lavoro e dei lavoratori divenne ufficialmente festa nazionale italiana.
Proprio il 1 maggio del 1947, tuttavia, tale ricorrenza venne funestata a Portella della Ginestra, prov. di Palermo, ove duemila persone – soprattutto contadini – manifestarono contro il latifondismo. Un attacco armato, deciso dalla mafia con la complicità di chi era interessato a reprimere i tentativi di rivolta dei contadini, portò alla morte di 11 persone e al ferimento di altre 27.
Qualche anno dopo, papa Pio XII istituì la festa di San Giuseppe lavoratore, perché tale data potesse essere condivisa a pieno titolo anche dai lavoratori cattolici.