E’ polemica sull’iniziativa del comune di Palermo, ma le agevolazioni per chi adotta un cane si moltiplicano in tutta Italia
Un incentivo economico per adottare un cane. L’iniziativa “svuota canile” è stata adottata dal Comune di Palermo, dallo scorso gennaio. Dal 16 gennaio scorso, grazie ad un bando da 126mila euro, è stato possibile inviare le domande per l’adozione di un cane beneficiando dell’incentivo economico di 480 euro. La determina ufficiale appena pubblicata sul sito del Comune presenta delle differenze rispetto a quella che circolava lo scorso dicembre e che ha scatenato l’ira delle associazioni animaliste palermitane.
Come riferisce Live Sicilia, da gennaio cittadini o associazioni e strutture rifugio certificate potranno accedere al sito del Comune di Palermo, scaricare i moduli e fare richiesta per adottare un cane al momento in stallo al canile comunale o in custodia in tutti i rifugi in convenzione con l’amministrazione comunale. In caso di accettazione della domanda, il soggetto potrà scegliere il cane da adottare, che verrà consegnato già sterilizzato, dotato di microchip, di certificazione sanitaria e volturato a nome di chi adotta. La grande novità sta nell’erogazione dell’incentivo economico.
Sull’iniziativa c’è da registrare l’intervento della presidente nazionale dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) Carla Rocchi che manifesta forte contrarietà alla concessione, da parte del Comune, del bonus di 480 euro per ogni cane adottato dal canile e che spiega: «Così come è stata organizzata questa iniziativa rischia di alimentare un vero business sulla pelle dei cani. Sembra infatti che non siano previsti controlli né pre né post affido sugli adottanti e che lo stesso controllo veterinario previsto sei mesi dopo l’avvenuta adozione possa essere in qualche modo bypassato dai malintenzionati». Il progetto, in sostanza a detta della Rocchi, «presenta lacune molto gravi che potrebbero avere gravi conseguenze per la salute, per il benessere e forse persino per l’incolumità degli animali». A tal proposito, la senatrice del Pd Silvana Amati ha presentato una interrogazione parlamentare al Ministro della Salute e al Ministro della Giustizia denunciando come la strategia seguita dal Comune di Palermo non affronti e non risolva le vere cause alla base del randagismo, e chiedendo di sospendere la procedura ed aprire un confronto con le associazioni.
Polemiche a parte, l’iniziativa di Palermo non è l’unica nel Belpaese. Sono molti infatti gli esempi positivi offerti dai Comuni italiani, da Nord a Sud, che hanno previsto sgravi a vario titolo per chi adotta il peloso dal canile. A Cestenaso, provincia di Bologna, l’adozione attestata dal personale del canile, farà ottenere alla famiglia un risparmio di 100 euro sulla TARI per tre annualità consecutive. Ad Avellino, invece, sarà versato un contributo economico fino a un massimo di 700 euro l’anno, pari alla quota Tares della famiglia, a chi salverà un amico peloso dal canile. Anche a Bisceglie, l’intestatario di un’utenza relativa alla tassa dei rifiuti urbani, che adempie gli obblighi tributari comunali, potrà ottenere dall’adozione una riduzione della somma pari al 70% del dovuto, fino a un massimo di 500 euro se accoglie in famiglia un cane custodito da almeno tre anni.